Categoria: Consigli

Igiene orale e pulizia dentale nel cane anziano: un gesto di cura

Con l’avanzare dell’età, la salute orale del cane diventa un aspetto sempre più delicato ma spesso sottovalutato. Eppure, una bocca sana è molto più di una dentatura pulita: è una chiave fondamentale per il benessere generale dell’organismo, soprattutto nei soggetti anziani affetti da patologie croniche come diabete e cardiopatie.

Perché l’igiene orale è così importante nei cani anziani?

Nel corso degli anni, placca e tartaro si accumulano sui denti, favorendo la proliferazione di batteri che possono provocare gengiviti, parodontiti e alitosi.

Queste condizioni non solo compromettono la qualità di vita del cane (dolore, difficoltà a masticare, perdita di appetito), ma possono anche avere ripercussioni sistemiche importanti.

I batteri che si sviluppano nella bocca possono infatti entrare nel circolo sanguigno e raggiungere organi vitali come cuore, reni e fegato, contribuendo a innescare o peggiorare patologie preesistenti.

Il cane anziano cardiopatico: una bocca pulita per un cuore più sano

Nel cane con problemi cardiaci, la presenza di infezioni orali croniche rappresenta un rischio reale. I batteri orali possono arrivare al cuore e favorire endocarditi o peggiorare l’infiammazione sistemica, rendendo più difficile il controllo della patologia.

Mantenere una buona igiene orale significa quindi ridurre il carico infiammatorio e proteggere indirettamente il sistema cardiovascolare.

Una bocca sana è un alleato silenzioso per il cuore.

Il cane anziano diabetico: il legame tra zuccheri e gengive

Anche nel cane diabetico la salute orale ha un ruolo cruciale. L’infiammazione gengivale cronica può innalzare i livelli di glicemia, in quanto stimola la produzione di cortisolo e altre molecole che innalzano i livelli di zuccheri nel sangue, rendendo più difficile il controllo del diabete.

Allo stesso tempo, un diabete mal gestito favorisce la crescita batterica e peggiora le infezioni gengivali: un circolo vizioso che può compromettere il benessere complessivo del cane.

Per questo motivo, la cura della bocca è parte integrante della gestione del cane diabetico — al pari dell’alimentazione e del monitoraggio dei valori glicemici.

Come prendersi cura dell’igiene orale del cane anziano

La pulizia orale quotidiana e i controlli periodici dal veterinario sono le basi per mantenere il cavo orale in salute anche in età avanzata.

Ecco alcune buone abitudini:

  • Spazzolatura quotidiana: l’uso di spazzolini e dentifrici specifici per cani è il metodo più efficace per prevenire la formazione di placca.
  • Alimenti e snack funzionali: esistono diete e snack studiati per aiutare a ridurre il deposito di tartaro.
  • Idratazione e masticazione: favorire la salivazione e offrire giochi da masticare appropriati contribuisce alla pulizia meccanica dei denti.
  • Detartrasi professionale: nei cani anziani è essenziale eseguire controlli orali regolari e programmare pulizie dentali in anestesia, con tutte le precauzioni necessarie per l’età e le condizioni cliniche.

Una cura che parte dal rispetto

Spesso si tende a rinunciare alle pulizie dentali nei cani anziani per paura dell’anestesia o perché “ormai sono vecchi”. In realtà, con un’attenta valutazione preoperatoria e protocolli anestesiologici personalizzati, un’accurata pulizia dentale può migliorare notevolmente la qualità e la durata della vita.

Curare la bocca del nostro cane anziano significa garantirgli comfort, salute e dignità — un piccolo gesto quotidiano che racchiude un grande atto d’amore.

Se vuoi approfondire l’igiene orale anche nei nostri amici gatti, leggi il nostro articolo

Buono non significa sano: quando l’appetibilità inganna

Quante volte, osservando il nostro animale mentre mangia con entusiasmo, abbiamo pensato: “Se gli piace così tanto, allora è il cibo giusto!”.
In realtà, non sempre ciò che è appetibile coincide con ciò che è sano e nutriente. Questo vale tanto per noi umani quanto per i nostri amici a quattro zampe.

Per cui sì, “buono” non significa sempre “sano”.

L’inganno dell’appetibilità

L’appetibilità di un alimento è il risultato di odori, sapori e consistenze studiate per stimolare il desiderio di mangiare. Nell’industria del pet food, per esempio, vengono utilizzati appetizzanti naturali o artificiali per rendere i croccantini o gli snack irresistibili.
Ma attenzione: un gusto gradito non è automaticamente sinonimo di equilibrio nutrizionale. Un biscotto dolce è “buono” per noi, ma non rappresenta certo un alimento sano da consumare ogni giorno; allo stesso modo, una pappa che fa impazzire il cane o il gatto non è automaticamente la più adatta alla sua salute.

Il rischio degli alimenti “troppo buoni”

Un animale che si abitua a cibi altamente appetibili può:

  • Rifiutare altri alimenti più salutari, sviluppando una sorta di “capriccio alimentare”;

  • Consumare nutrienti squilibrati, con conseguenze sul peso, sulla digestione e sul benessere generale;

  • Andare incontro a patologie croniche, come obesità, diabete, disturbi renali o intestinali, se la dieta non è bilanciata sul lungo periodo.

Un alimento altamente appetibile può infatti contenere eccessi di grassi o carboidrati semplici, con rischio di squilibri metabolici.

Il gusto immediato può ingannare. Un esempio evidente è l’obesità: molti animali in sovrappeso consumano con avidità alimenti ad alta densità calorica ma poveri di nutrienti funzionali.

Allo stesso modo alcuni snack industriali, pur essendo irresistibili, apportano zuccheri o additivi che non hanno alcuna funzione benefica.

Nei soggetti con patologie (insufficienza renale, diabete, allergie), un alimento “gradito” ma non formulato specificatamente, può aggravare il quadro clinico.

Buono e sano: è possibile?

Sì, ma serve attenzione. Un’alimentazione equilibrata deve unire due elementi:

Piacere – perché il cibo è anche esperienza sensoriale;

Salute – perché il cibo deve sostenere l’organismo e non danneggiarlo.

La chiave è scegliere alimenti adatti alla specie, all’età, allo stato di salute e bilanciati nei nutrienti, con una qualità delle materie prime che garantisca non solo appetibilità ma anche valore biologico.

L’importanza della valutazione nutrizionale

La salute dell’animale dipende dalla composizione biochimica della dieta:

  • Bilancio energetico (calorie introdotte vs fabbisogno reale);

  • Adeguata quota proteica di origine e valore biologico adatto alla specie;

  • Rapporto calcio/fosforo, essenziale per l’equilibrio scheletrico;

  • Profilo lipidico, che deve garantire acidi grassi essenziali senza eccedere in grassi saturi;

  • Vitamine e minerali in quantità tali da prevenire carenze o sovradosaggi.

Questi parametri non sono percepibili dal proprietario: un animale che mangia con entusiasmo non offre alcuna indicazione sull’equilibrio nutrizionale di ciò che ingerisce.

Per questo è fondamentale informarsi e farsi guidare nella scelta dell’alimento corretto da un professionista in nutrizione.

Il ruolo del proprietario consapevole

Come custodi della salute dei nostri animali, spetta a noi discernere tra ciò che li fa “felici sul momento” e ciò che davvero li sostiene nel tempo. Un piccolo premio appetitoso va bene, purché inserito in un quadro nutrizionale equilibrato. L’importante è non confondere il piacere immediato con la salute a lungo termine.

Lo stesso vale quando ci troviamo davanti agli scaffali dei pet shops e dobbiamo scegliere il cibo per il nostro cane o gatto.

Come leggere le etichette: alcuni consigli pratici per non farsi ingannare dal marketing

Per orientarsi meglio tra le scelte commerciali, il proprietario può imparare a leggere con spirito critico le etichette:

  • Ingredienti in ordine decrescente di peso: i primi della lista sono i più presenti. Se cereali o sottoprodotti compaiono ai primi posti, la quota proteica di origine animale potrebbe essere ridotta a favore di quella vegetale;

  • Chiarezza della fonte proteica: prediligi scritte chiare come “pollo disidratato” o “salmone fresco” rispetto a diciture generiche come “carne e derivati”. Di quale carne si tratta? Da quale animale arriva? Si tratta di muscoli, organi o scarti? Scegli sempre ciò che è chiaro e ben specificato;

  • Additivi e appetizzanti: aromi e grassi animali spruzzati in superficie sul cibo secco aumentano l’appetibilità, ma non necessariamente la qualità nutrizionale;

  • Valori analitici: controllare proteine grezze, grassi, fibra e ceneri può dare un’indicazione preliminare sull’equilibrio della dieta, anche se non sostituisce una valutazione professionale;

  • Dichiarazioni nutrizionali: alimenti definiti “completi” devono rispettare i fabbisogni minimi stabiliti da linee guida internazionali (es. FEDIAF).

Il ruolo del veterinario e del nutrizionista

La valutazione della dieta deve basarsi su analisi nutrizionali, anamnesi clinica e stato fisiologico del soggetto (crescita, mantenimento, gravidanza, malattia).

Solo un professionista può distinguere tra alimenti appetibili ma inadeguati e piani alimentari realmente funzionali al benessere a lungo termine.

Conclusioni

Appetibilità e salute non sono sinonimi. Se da un lato un buon grado di palatabilità è necessario per garantire che l’animale assuma l’alimento, dall’altro è fondamentale non confondere il piacere immediato con la qualità nutrizionale. Una dieta correttamente bilanciata deve essere gradita, ma soprattutto adeguata, per prevenire squilibri e sostenere la salute nel tempo.

Quindi “buono” non significa necessariamente “sano”. Il compito di chi ama il proprio animale è andare oltre l’apparenza del gusto e scegliere ciò che nutre davvero. Solo così il piacere di oggi non diventa il problema di domani.

Chiedi una consulenza nutrizionale al tuo veterinario per strutturare un piano alimentare adeguato per il tuo cane e per il tuo gatto.

Se vuoi sapere come nutrire correttamente il tuo cane, leggi il nostro articolo

Omega-3: un aiuto prezioso, non una bacchetta magica

Negli ultimi anni si sente spesso parlare di omega-3 come integratori “miracolosi” sia per l’uomo che per gli animali. In realtà, si tratta di nutrienti fondamentali, ma il loro ruolo va compreso e contestualizzato, senza aspettarsi risultati immediati o risolutivi in ogni situazione.

Cosa sono gli omega-3?

Gli omega-3 sono acidi grassi polinsaturi essenziali: l’organismo non è in grado di produrli da solo e deve assumerli attraverso l’alimentazione.

Le fonti principali sono:

  • Pesce e olio di pesce (ricchi in EPA e DHA, i più biodisponibili per cani e gatti), contribuiscono al normale funzionamento del cuore.

  • Alghe (alternativa vegetale ricca di DHA, contribuisce al mantenimento della normale funzione cerebrale), utile anche per animali con allergie.

  • Semi e oli vegetali (come lino e canapa, che contengono ALA, convertito solo parzialmente in EPA e DHA). L’ALA svolge una funzione antiossidante.

I benefici documentati

In medicina veterinaria gli omega-3 sono utilizzati come supporto in diverse condizioni:

  • Salute della pelle e del pelo, in caso di dermatiti allergiche o secchezza cutanea.

  • Benessere articolare, grazie alla loro azione antinfiammatoria nelle patologie croniche come l’artrosi.

  • Sostegno renale, specialmente nei gatti con insufficienza renale cronica.

  • Apparato cardiaco, per il loro ruolo nel supportare la funzionalità cardiaca in alcune patologie.

Omega-3 e omega-6: un equilibrio da rispettare

Gli omega-3 non sono gli unici acidi grassi importanti: anche gli omega-6 svolgono ruoli fondamentali nell’organismo. Il segreto sta nel trovare un equilibrio tra i due, perché entrambi sono necessari, ma devono lavorare insieme in modo armonioso. Un eccesso di omega-6 rispetto agli omega-3 può favorire infiammazione, mentre un giusto equilibrio aiuta a sostenere il benessere generale e salute dell’animale.

Non aspettarti miracoli!

Gli omega-3 sono utili, ma non fanno magie. È bene ricordare che:

  • Non sostituiscono le cure veterinarie.

  • Se la dieta del tuo animale non è equilibrata, gli omega 3 da soli non possono sopperire ad altre carenze.
  • I benefici arrivano nel tempo: servono settimane o mesi per vederne gli effetti.

  • Non tutti gli integratori sono uguali: qualità e dosaggio devono essere scelti dal veterinario.

  • Possono essere utili se inseriti in un’integrazione completa all’interno di un piano terapeutico
  • Un’assunzione eccessiva può causare effetti collaterali, come effetti avversi gastrointestinali, effetti negativi sulla guarigione delle ferite,  potenziale eccesso di nutrienti ed esposizione a tossine, alterazione della funzione immunitaria, effetti sul controllo glicemico e sulla sensibilità all’insulina e interazioni tra nutrienti e farmaci, come ci indica questa fonte scientifica.

Conclusione

Gli omega-3 sono davvero un alleato prezioso per la salute dei nostri animali, ma il loro utilizzo deve essere guidato, consapevole e calibrato sul singolo paziente. Non una bacchetta magica, ma uno strumento in più nelle mani del veterinario e del proprietario attento al benessere del proprio compagno di vita.

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Quando il cane e il gatto rifiutano il cibo: capire l’inappetenza

Il momento della pappa, per chi vive con un cane o con un gatto, è molto più che un semplice “riempire la ciotola”: è un rituale quotidiano fatto di attese, code scodinzolanti, miagolii, abbai, sguardi pieni di fiducia.
Ecco perché, quando il nostro compagno a quattro zampe rifiuta il cibo, dentro di noi si accende subito un campanello d’allarme. È normale preoccuparsi: il rifiuto del cibo, o inappetenza, non va mai sottovalutato.

Ma cosa significa davvero quando cane e gatto smettono di mangiare?

Cos’è l’inappetenza

L’inappetenza è la diminuzione o perdita di interesse verso il cibo.

Può manifestarsi in vari modi:

  • l’animale si avvicina alla ciotola, annusa e si allontana;

  • mangia solo piccole quantità di cibo rispetto al solito;

  • rifiuta del tutto il pasto.

Non si tratta di una malattia, ma di un sintomo che può avere molte cause. Alcune passeggere e banali, altre invece più serie e meritevoli di indagine veterinaria.

Le principali cause di inappetenza

Ogni animale è un mondo a sé, e la perdita di appetito va sempre interpretata nel suo contesto. Tra le cause più frequenti troviamo:

1. Problemi di salute

  • Dolore ai denti o alla bocca: tartaro, gengiviti, stomatiti rendono difficile masticare.

  • Disturbi gastrointestinali: gastrite, parassiti intestinali, infiammazioni.

  • Patologie sistemiche: insufficienza renale, problemi al fegato, pancreatite, infezioni.

  • Dolore o febbre: qualsiasi condizione che provoca malessere può ridurre l’appetito.

2. Cause psicologiche e ambientali

Gli animali, proprio come noi, risentono dei cambiamenti emotivi e ambientali.

Alcuni esempi:

  • un trasloco o un viaggio;

  • l’arrivo di un nuovo animale o di una persona in casa;

  • la perdita di un compagno (umano o animale);

  • rumori forti, lavori domestici, cambi di routine.

3. Cause alimentari

Non sempre la pappa è gradita e l’animale potrebbe rifiutarla per i seguenti motivi:

  • cambio improvviso di marca o tipo di alimento;

  • cibo che non rispetta i gusti personali dell’animale;

  • odore e consistenza diversi dal solito;

  • alimento deteriorato o mal conservato;

  • temperatura del cibo troppo calda o troppo fredda.

 

4. Età e condizioni particolari

  • i cuccioli e i gattini possono essere più sensibili a stress e malattie;

  • gli animali anziani tendono a mangiare meno e possono avere patologie croniche;

  • convalescenza o farmaci possono alterare l’appetito.

 

Quando il cane e il gatto rifiutano il cibo, bisogna sempre indagare e analizzare la situazione a 360 gradi per capire che cosa sta scatenando l’inappetenza.

 

Quando è davvero un campanello d’allarme?

Un cane che salta un pasto ogni tanto, o un gatto che si mostra più selettivo, non sono automaticamente malati. Ma ci sono situazioni che richiedono attenzione immediata:

  • inappetenza che dura più di 24/48 ore anche in assenza di altri sintomi;

  • perdita di peso rapida o visibile;

  • altri sintomi associati come vomito, diarrea, letargia, difficoltà respiratorie;

  • animali molto giovani, anziani o già malati.

In questi casi, la visita veterinaria è indispensabile per capire la causa e impostare la terapia.

Cosa può fare il proprietario a casa?

Nell’attesa della visita, o se si tratta di un episodio lieve e passeggero, ci sono alcuni accorgimenti utili:

  • Osservare e annotare: da quanto tempo l’animale non mangia, come si comporta, se ci sono altri sintomi. Queste informazioni saranno preziose per il veterinario.

  • Creare un ambiente sereno: niente rumori forti o confusione durante il pasto.

  • Non forzare a mangiare: imboccare o insistere può aumentare lo stress.

  • Rendere il cibo più appetibile: scaldarlo leggermente, aggiungere acqua tiepida o un po’ di brodo di carne.

  • Controllare il cibo: assicurarsi che sia fresco e in buone condizioni.

Prevenire è meglio che curare

Non sempre l’inappetenza è prevedibile, ma ci sono buone pratiche che aiutano a ridurre il rischio:

  • mantenere una routine stabile (orari e luoghi dei pasti);

  • effettuare controlli veterinari regolari, soprattutto per gli animali anziani;

  • curare l’igiene orale, fondamentale per il benessere e l’appetito;

  • proporre una dieta equilibrata e graduale nei cambi di alimentazione;

  • prestare attenzione allo stato emotivo dell’animale, evitando stress inutili.

In sintesi

Quando cane e gatto rifiutano il cibo, stanno lanciando un messaggio. Non sempre è qualcosa di grave, ma si tratta comunque un segnale da valutare con attenzione.
Come proprietario, il tuo ruolo è quello di osservare, accogliere i cambiamenti senza allarmismi ma con responsabilità, e rivolgerti al veterinario quando l’inappetenza non si risolve in poco tempo o si accompagna ad altri sintomi.

Prendersi cura dell’alimentazione non significa solo nutrire il corpo, ma anche rispettare le emozioni e il benessere globale del nostro compagno di vita.

Se vuoi sapere come nutrire correttamente il tuo cane, leggi il nostro articolo

Allerta intestino: cosa fare se le feci del tuo cane cambiano

Le feci del cane rappresentano uno specchio dello stato di salute del suo intestino — e non solo. Colore, consistenza, frequenza e odore sono segnali importanti che il corpo del tuo amico a quattro zampe ti invia per farti capire se qualcosa non va.

Ma quando bisogna davvero preoccuparsi? E soprattutto, cosa possiamo fare?

Perché osservare le feci è importante

Anche se può non sembrare piacevole, controllare regolarmente le feci del proprio cane è un gesto di cura fondamentale.

Cambiamenti improvvisi possono indicare:

  • alterazioni della dieta troppo repentine
  • infezioni gastrointestinali
  • intolleranze o allergie alimentari
  • parassiti intestinali
  • stress
  • sbalzi termici e cambi di stagione
  • malattie del fegato o del pancreas

In alcuni casi, le variazioni sono temporanee e innocue, ma è bene sapere quando intervenire.

Le feci di un cane in salute sono di forma cilindrica, compatte ma non troppo dure, di colore marrone, simile al cioccolato. Questi segnali indicano che il suo intestino sta funzionando regolarmente, permettendo un’adeguata assimilazione dei nutrienti.

Cambiamenti da non ignorare

Ecco i segnali che meritano attenzione:

Feci molli o diarrea persistente

Un episodio isolato può capitare (soprattutto dopo un cambio alimentare o un boccone “di troppo” al parco), ma se la diarrea dura più di 24-48 ore, è bene consultare il veterinario. Il rischio è la disidratazione, soprattutto nei cuccioli o nei cani anziani.

Feci dure e secche

Spesso indicano disidratazione o dieta povera di fibre. In alcuni casi possono essere associate a dolori addominali o stipsi cronica.

Presenza di muco

Il muco trasparente può comparire in caso di infiammazione del colon, infezioni o presenza di parassiti.

Sangue nelle feci
  • Rosso vivo: può indicare un’infiammazione o un’irritazione del tratto intestinale inferiore (come il retto o l’ano).
  • Scuro o nero (melena): segnala un sanguinamento nel tratto digestivo superiore (esofago, stomaco, duodeno) e richiede un controllo urgente.
Cambiamento nel colore
  • Feci molto chiare: spesso legato a una variazione nella dieta del cane. Se sono accompagnate da atri sintomi, come letargia o inappetenza, contatta il veterinario.
  • Feci verdastre: potrebbero indicare un’ingestione di erba in eccesso, ma anche un’eccessiva produzione di bile.
  • Feci arancioni o giallastre: possono associarsi a problemi digestivi o a malassorbimento. Questo colore può anche risultare da una dieta ricca di carote o altri alimenti di colore arancione. Tuttavia, se il cambio di colore è improvviso e non correlato alla dieta, è possibile che la causa sia generata da problemi legati alla cistifellea. Anche in questo caso, è preferibile consultare un veterinario per escludere eventuali cause organiche.

Cosa fare in caso di cambiamenti sospetti

✅ 1. Osserva e annota

Segna da quanto tempo sono cambiate le feci, la frequenza, l’aspetto, e se ci sono altri sintomi: vomito, apatia, perdita di appetito, aumento della sete.

Sarebbe utile tenere un diario dove annotare tutte le alterazioni che si manifestano, in modo da valutare anche la periodicità con cui si verificano.

✅ 2. Non cambiare subito alimentazione

Modificare la dieta in modo repentino può peggiorare la situazione. Attendi il parere del medico veterinario prima di agire.

✅ 3. Raccogli dei campioni

Se devi portare il cane dal veterinario, raccogli dei campioni delle feci in contenitori appositi. Saranno utili per eventuali analisi coprologiche.

✅ 4. Contatta il veterinario

Meglio una telefonata in più che una diagnosi tardiva. Il veterinario saprà valutare se si tratta di un problema lieve entità oppure se servono esami approfonditi.

Prevenzione: la salute intestinale parte dalla routine

Per mantenere l’intestino del tuo cane in equilibrio:

  • Offri una dieta di qualità, che sia bilanciata, adatta alla sua età, taglia e stile di vita.
  • Evita gli snack improvvisati, soprattutto fuori casa.
  • Mantieni un’adeguata idratazione.
  • Valuta un supporto con probiotici, se indicato dal veterinario.
  • Effettua controlli delle feci periodici, anche in assenza di sintomi.

In conclusione

Cambiare alimentazione, esplorare nuovi ambienti o attraversare momenti di stress può influenzare la qualità delle feci del tuo cane. Ma quando il cambiamento è persistente o accompagnato da altri segnali, è importante non sottovalutarlo.
La salute dell’intestino è alla base del benessere generale, e tu puoi fare la differenza semplicemente… osservando!

Hai notato cambiamenti nelle feci del tuo cane? Contattaci per una valutazione veterinaria o per un check-up intestinale completo. Prevenire è il primo gesto d’amore.

Scopri di più su come nutrire correttamente il tuo cane nel nostro articolo

Forasacchi: un pericolo insidioso per cani e gatti

Con l’arrivo della bella stagione, aumentano le passeggiate all’aperto e il tempo trascorso in giardino o nei parchi. Ma proprio in questo periodo si fa più concreto un pericolo spesso sottovalutato e molto insidioso: i forasacchi.

Che cosa sono?

I forasacchi sono le spighe di piante graminacee selvatiche, comunemente presenti nei prati, ai bordi delle strade o nei campi incolti. Quando si seccano, queste spighe si staccano facilmente dalla pianta e si trasformano in veri e propri “arpioni” vegetali, dotati di piccole spine che impediscono loro di tornare indietro una volta penetrati nei tessuti. A causa della sua conformazione, il forasacco può impiantarsi nella pelle o entrare in determinate zone, addentrandosi sempre di più. Questo spiega perché essi siano così particolarmente insidiosi per la salute dei nostri amici a quattro zampe.

Perché sono pericolosi?

La forma appuntita dei forasacchi permette loro di infilarsi con estrema facilità nella cute e nelle cavità naturali degli animali, causando infezioni, infiammazioni, fistole e talvolta danni molto gravi se non individuati tempestivamente.

Le zone più colpite sono:

  • Orecchie: possono penetrare nel condotto uditivo, causando otiti acute con conseguenti scuotimento della testa, dolore e secrezioni. Se non vengono tolti in tempo, si può arrivare alla perforazione del timpano.
  • Naso: provocano starnuti violenti, sanguinamenti e difficoltà respiratorie.
  • Occhi: irritano la congiuntiva e, nei casi peggiori, causano ulcere corneali.
  • Zampe e spazi interdigitali: possono causare ascessi e fistole dolorose, con conseguente zoppia e leccamento insistente.
  • Cute: si insidiano sottopelle, dando origine a gonfiori e tragitti fistolosi.

Ferita nella zampa causata da un forasacco

Cani e gatti sono entrambi a rischio?

Sì, anche se i cani sono più frequentemente colpiti per via delle passeggiate in aree verdi. Tuttavia, anche i gatti, soprattutto quelli che vivono o hanno accesso all’esterno, non sono immuni: il rischio aumenta nei soggetti con pelo lungo o riccio, che trattiene più facilmente le spighe.

Estrazione di un forasacco

Come prevenire?

Ecco le azioni che devi fare se vuoi salvare il tuo cane e il tuo gatto da questo nemico insidioso:

  • Controllare il pelo dopo ogni uscita, soprattutto tra le dita, nelle orecchie, sotto le ascelle e attorno agli occhi. Spazzolare il pelo è un’altra azione utile per districare e togliere eventuali corpi estranei prima che vadano in profondità.
  • Durante le passeggiate, evitare le zone infestate da erba alta e secca, soprattutto tra giugno e settembre.
  • Tenere pulito il giardino di casa rimuovendo le graminacee secche.

Quando consultare il veterinario?

Se noti uno o più di questi segnali:

  • Scuotimento continuo della testa o testa inclinata da un lato
  • Starnuti frequenti o sanguinamento dal naso
  • Zoppia improvvisa o leccamento insistente di una zampa
  • Gonfiori anomali o secrezioni cutanee
  • Occhio chiuso, arrossato o lacrimante

Non aspettare, ogni minuto conta! Se sospetti la presenza di un forasacco e il tuo animale mostra uno dei sintomi sopra indicati, prenota subito un controllo veterinario.

Scopri altri pericoli dell’estate nel nostro articolo

Igiene orale di cani e gatti

L’igiene orale di cani e gatti è un aspetto spesso trascurato, ma fondamentale per garantire il benessere complessivo dell’animale. Proprio come per gli esseri umani, una corretta pulizia dentale nei nostri amici a quattro zampe contribuisce a prevenire una serie di problemi che possono compromettere la loro salute generale. In questo articolo esploreremo l’importanza dell’igiene orale, come praticarla nella quotidianità, i sintomi di una cattiva igiene e le conseguenze che essa può comportare, oltre a illustrare come avviene la pulizia professionale in ambito veterinario.

Perché l’igiene orale è importante?

L’igiene orale gioca un ruolo cruciale per la salute dell’animale. Una scarsa cura della bocca può portare all’accumulo di placca e tartaro, che a loro volta possono causare infiammazioni gengivali (gengiviti), infezioni e la malattia parodontale, una condizione che può determinare la perdita dei denti. Ma i problemi non si fermano alla bocca: batteri derivati da infezioni dentali possono entrare nel flusso sanguigno e colpire organi vitali come il cuore, i reni e il fegato, con gravi conseguenze per la salute generale dell’animale.

Come mantenere l’igiene orale di cani e gatti nella quotidianità?

  1. Spazzolatura dei denti: La pulizia quotidiana dei denti è il metodo più efficace per prevenire la formazione di placca e tartaro. È consigliabile utilizzare uno spazzolino specifico per animali, caratterizzato da setole morbide e di dimensioni adeguate, insieme a dentifrici appositi, formulati per loro. L’ideale sarebbe iniziare già da cuccioli o gattini, ma con pazienza anche gli animali adulti possono abituarsi a questa pratica.
  2. Giocattoli e snack dentali: In commercio esistono molti snack e giocattoli masticabili studiati per ridurre l’accumulo di placca e tartaro. Questi aiutano meccanicamente a pulire i denti mentre l’animale mastica, ma devono essere considerati complementari alla spazzolatura e non un sostituto.
  3. Alimentazione corretta: Una dieta bilanciata contribuisce a mantenere i denti più puliti.
  4. Additivi per l’acqua: Esistono anche prodotti che, aggiunti all’acqua da bere, possono aiutare a ridurre i batteri e mantenere l’alito fresco. Tuttavia, anche questi devono essere utilizzati insieme ad altre pratiche di igiene orale.

Segnali di una cattiva igiene orale

Riconoscere i segni di una cattiva igiene orale è fondamentale per intervenire tempestivamente. Ecco i sintomi più comuni:

  • Alito cattivo (alitosi): Un odore sgradevole persistente è spesso il primo segno di problemi dentali.
  • Infiammazione gengivale: Gengive arrossate, gonfie o che sanguinano facilmente possono indicare la presenza di gengivite o malattie parodontali.
  • Accumulo di tartaro: Un accumulo visibile di placca gialla o marrone intorno ai denti, specialmente sui molari, è un chiaro segno che è necessario un intervento.
  • Dolore o difficoltà nel masticare: Se l’animale mostra segni di disagio durante la masticazione, evita di mangiare o lascia cadere il cibo dalla bocca, potrebbe avere problemi dentali.
  • Salivazione eccessiva: Una salivazione più abbondante del normale può essere causata da dolore dentale o da infezioni.

Conseguenze di una scarsa igiene orale

Una mancata cura dentale può portare a gravi conseguenze:

  • Malattia parodontale: Questa patologia è una delle più comuni nei cani e nei gatti e può causare perdita dei denti, dolore e infezioni croniche. In alcuni casi avanzati, la malattia parodontale può richiedere l’estrazione dei denti.
  • Ascessi dentali: Le infezioni dentali possono svilupparsi in ascessi dolorosi, che spesso richiedono cure veterinarie urgenti.
  • Infezioni sistemiche: Come accennato, i batteri presenti nelle gengive infette possono entrare nel flusso sanguigno, causando infezioni agli organi vitali come cuore, reni e fegato.

Pulizia dentale professionale dal veterinario

Quando l’igiene quotidiana non è sufficiente o i problemi orali si aggravano, può essere necessario un intervento professionale. La pulizia dentale veterinaria (detartrasi) è una procedura eseguita sotto anestesia generale, poiché permette di effettuare una pulizia approfondita senza che l’animale provi dolore o disagio.

Durante questa procedura:

  • Rimozione del tartaro: Il veterinario utilizza strumenti specifici per rimuovere il tartaro sopra e sotto la linea delle gengive.
  • Esame delle gengive: Viene eseguito un controllo accurato delle gengive per identificare eventuali segni di malattia parodontale o altre problematiche.
  • Lucidatura dei denti: Dopo la pulizia, i denti vengono lucidati per ridurre la formazione di placca futura.
  • Estrazione dei denti (se necessario): Nei casi più gravi, i denti danneggiati o gravemente infetti potrebbero dover essere estratti.

Conclusione

L’igiene orale di cani e gatti è fondamentale per preservare non solo la salute della loro bocca, ma anche il benessere generale. Integrare nella routine quotidiana la pulizia dentale, l’uso di prodotti specifici e controllare regolarmente lo stato della bocca del proprio animale può prevenire malattie dolorose e costose da trattare. Rivolgersi periodicamente al veterinario per una pulizia professionale, soprattutto quando compaiono i primi sintomi di problemi orali, garantirà al vostro amico peloso una vita lunga e sana.

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Cane e morso di vipera

Il morso delle vipere può essere una delle emergenze di più difficile gestione nel periodo estivo per chi va in montagna. Vedere il proprio cane  morso da una vipera è una delle paure che preoccupano di più gli escursionisti accompagnati dai loro animali.

La tradizione vuole che mettendo un campanellino al collo del cane si possano far allontanare le vipere, ma purtroppo questo non è sufficiente dato che i serpenti hanno un apparato uditivo aereo poco efficiente.

Scopriamo quindi come difendersi da questo pericolo.

Tutti i serpenti sono pericolosi?

Il primo passo per capire se siamo di fronte ad un pericolo è individuare se il serpente che osserviamo è una vipera oppure no. Non tutti i serpenti infatti sono dannosi per i nostri amici a quattro zampe.

I colubridi, ovvero i comuni biacchi che possiamo vedere nelle aree verdi anche in città, sono innocui perché non hanno dimensioni tali da poter ferire in maniera importante neanche un gatto o un cane di piccola taglia e il loro morso non è tossico.

I viperidi invece se mordono un qualsiasi animale o umano rilasciano il loro veleno in forma di saliva modificata prodotta da una ghiandola specifica. Questo veleno risulta essere emotossico, vasodilatatore, neurotossico ed istotossico. Ha quindi la capacità nei casi più gravi di portare a morte l’animale.

Riconoscere il serpente che vediamo

I segni distintivi dei viperidi che permettono di distinguerli dai colubridi sono:

  • L’aspetto del corpo che nei primi si presenta più corto e tozzo e in parte della testa che si presenta più triangolare nelle vipere
  • I primi hanno una pupilla più verticale ed ellittica mentre i secondi hanno una pupilla rotondeggiante
  • La forma della testa notoriamente viene descritta come triangolare nelle vipere ma non è un segno distintivo così caratteristico

Cosa fare se il tuo animale viene morso?

La prima cosa da fare nel caso di morso di vipera è recarsi il prima possibile presso il veterinario più vicino perché la tempistica nell’intervenire è ciò che può fare la differenza nel riuscire a salvare il cane.

L’ideale è tenere il cane fermo e a riposo e se possibile trasportarlo a braccio o con mezzi nel tragitto fino al veterinario, senza farlo camminare, per evitare la diffusione del veleno.

Scopri quali sono altri pericoli dell’estate in questo articolo.

Il colpo di calore nel cane

In estate il colpo di calore è dietro l’angolo per qualsiasi cane. Ci sono però individui a cui fare più attenzione di altri ed è importante capire cosa avviene e come intervenire correttamente.

Che cos’è il colpo di calore

Il colpo di calore è un’emergenza acuta e potenzialmente letale dalla fisiopatologia complessa. Le caratteristiche cliniche fondamentali sono rappresentate da:

  • acidosi metabolica
  • insufficienza renale oligurica
  • anomalie della coagulazione
  • disturbi neurologici.

L’esame clinico è caratterizzato dal riscontro di eccessiva polipnea, iperemia, ipersalivazione, tachicardia e vari segni neurologici.

Come si manifesta e quali sono i sintomi

Il segno clinico più comune nei cani con colpo di calore è l’eccessiva polipnea ovvero una respirazione molto aumentata di frequenza e un aumento della temperatura corporea interna di 40-41 gradi. La temperatura corporea aumenta fino a oltre 41°C  (normalmente dovrebbe essere 38-39°C) . E’ buona norma imparare a prendere la temperatura del proprio cane per verificare la situazione in caso di bisogno. La temperatura va misurata per via rettale, con un termometro digitale, effettuando la manovra per le prime volte a casa, in situazione di tranquillità.

Tra gli altri sintomi, non sempre presenti e più frequenti nelle condizioni più gravi, troviamo:

  • abbattimento
  • debolezza
  • vomito
  • diarrea
  • collasso cardiocircolatorio

Nei casi ancora più gravi, sintomi neurologici quali crisi convulsive e coma.

Esistono animali più sensibili e perché

Questa patologia è più frequente nel cane rispetto al gatto.

Nel cane la termoregolazione non avviene grazie alle ghiandole sudoripare, ma tramite l’evaporazione dell’acqua dall’apparato respiratorio e dalla saliva. Non avendo ghiandole sudoripare (tranne che in piccole porzioni dei polpastrelli), cani e gatti mettono in pratica altri meccanismi di autoregolazione utili a disperdere il calore in eccesso. Il processo di termoregolazione del cane avviene attraverso la respirazione, aumentando la frequenza dei respiri (polipnea). L’aria che passa dalle canne nasali dell’animale raffredda il sangue che attraversa i vasi sanguigni del naso e che consente così al cane di abbassare la propria temperatura corporea.

Alcune razze (le cosiddette brachicefale) sono più a rischio, proprio a causa della conformazione del primo tratto delle vie aeree che impedisce una corretta termoregolazione e umidificazione dell’aria:

  • Bulldog
  • Carlino
  • Pechinese
  • Boxer
  • Dogue de bordeaux
  • Bouledogue francese

I cardiopatici o i pazienti con patologie delle vie aeree sono più facilmente predisposti.

Cosa fare

La prima cosa da fare è contattare la clinica veterinaria più vicina. Il colpo di calore è un’emergenza che richiede un trattamento medico immediato per scongiurare danni permanenti se non addirittura la morte dell’animale. Secondo gli studi, l’instaurazione delle misure per raffreddare il cane prima del raggiungimento della struttura veterinaria abbassa significativamente la mortalità per colpo di calore. Il raffreddamento tuttavia deve essere molto graduale, da effettuare ad esempio mediante stracci bagnati con acqua fresca.

Cosa NON fare

Alcune modalità per raffreddare l’animale possono risultare pericolose; in particolare NON è consigliato:

  • Abbassare la temperatura corporea del cane in modo troppo repentino, ad esempio utilizzando ghiaccio o immergendolo in acqua fredda
  • Cospargere il cane di alcool, in quanto si tratta di una sostanza ad azione vasodilatante, che peggiorerà la circolazione sanguigna dell’animale
  • Far bere al cane grandi quantità di acqua fredda, in particolare se si sono già manifestati i sintomi gastro-enterici del colpo di calore (vomito e/o diarrea)

Come prevenire il colpo di calore

La migliore misura contro il colpo di calore rimane la prevenzione, adottando tutte quelle misure e precauzioni atte ad evitare sia gli sforzi e l’esercizio fisico negli orari caldi della stagione estiva:

  • Evitare il surriscaldamento corporeo derivante dalle alte temperature ambientali associate a mancanza di areazione e disponibilità di acqua.
  • I cani devono sempre avere la possibilità di rifugiarsi in zone ombreggiate nelle ore più calde e devono sempre avere accesso all’acqua fresca.
  • Il cane non deve mai essere lasciato in una macchina con i finestrini chiusi o leggermente abbassati, anche se l’auto è parcheggiata all’ombra e il proprietario deve assentarsi solo per pochi minuti.
  • I cani che svolgono attività fisica devono comunque evitare le ore più calde della giornata e se il clima è particolarmente afoso non fare i loro esercizi
  • I cani con patologie respiratorie devono essere portati fuori nelle ore più fresche della giornata e devono essere tenuti in stanze climatizzate ed arieggiate.

 

Scopri altri pericoli dell’estate nel nostro articolo.

Il migliore antipulci per cane e gatto

Tanti proprietari si chiedono quale sia il migliore antipulci per il proprio cane e per il proprio gatto. Infatti proteggere il proprio animale dai parassiti esterni è essenziale. Leggi il nostro articolo blog su quali siano e perché siano pericolosi.

Per scegliere l’antipulci per il proprio animale bisogna avere alcune informazioni generali che cercheremo di fornirti in questo articolo.

Quali antipulci esistono

La premessa da fare è che un antipulci può avere una o entrambe le seguenti azioni:

  • azione repellente: allontana il parassita, rendendo l’animale “sgradevole”
  • azione parassiticida: elimina il parassita a seguito del pasto di sangue (con possibile trasmissione di malattie prima dell’eliminazione)

     

Quali formulazioni e come applicarle

Esistono tantissimi prodotti in commercio, su ogni confezione è possibile verificare il tipo di azione e i parassiti sui quali agisce.
Le principali formulazioni sono:

  • spray: da applicare sulla cute dell’animale, frazionando il pelo (indossare dei guanti). Di solito applicabile anche sui neonato, spesso sia repellente che parassiticida, tende ad avere un effetto poco duraturo.
  • spot on: le classiche pipette da applicare sulla cute separando bene il pelo. Vanno applicate una volta al mese, nel gatto anche ogni 3 mesi per alcuni prodotti. Hanno azione parassiticida e/o repellente.
  • collari: la durata, una volta applicati, varia tra i vari prodotti. Uno stesso prodotto può avere durata diversa a seconda dei parassiti (controllare il foglietto illustrativo). Di solito hanno sia azione repellente che parassiticida
  • compresse: da dare una volta al mese o una ogni 3 mesi, solitamente appetibili, hanno solo azione parassiticida
  • iniezioni: farmaci di ultimissima generazioni, durano per diversi mesi, per ora disponibili solo nel gatto

Regole per un uso corretto

Ecco alcuni consigli e indicazioni utili per scegliere l’antipulci migliore per il tuo cane o gatto:

  • non usare antiparassitari del cane sul gatto
  • usare un antipulci tutto l’anno nei cani e nei gatti, soprattutto se escono o convivono con cani
  • nel periodo da maggio a novembre utilizzare un antiparassitario che abbia azione repellente verso zanzare e flebotomi
  • nessun antiparassitario ha un efficacia del 100%. È consigliabile associare compresse e spot on o collari. Soprattutto nel periodo maggio/novembre
  • leggere sempre il foglietto illustrativo per capire i limiti di utilizzo (in base all’età o al peso dell’animale), durata ed effetti

Guarda il nostro video e scopri cosa fare se il tuo cane o gatto ha le pulci o qualche zecca.

La filariosi nel cane

La filariosi del cane è una patologia di cui sicuramente hai sentito parlare. Cerchiamo di chiarire in breve di cosa si tratta, quali sintomi causa, come si diagnostica, come si tratta e soprattutto come si previene.

Che cosa è la filariosi?

La filaria è un parassita vermiforme del sistema cardiocircolatorio di cani e gatti. Viene trasmesso dalla puntura delle zanzare infette. La frequenza e la diffusione del parassita sono strettamente legati alla diffusione delle zanzare. In Italia oramai la diffusione è a livello nazionale. I cani che vivono sempre all’aperto hanno più probabilità di essere parassitati.

La filariosi felina è diffusa nelle zone dove sono presenti molti cani positivi.

Che sintomi ha la filaria nel cane?

I sintomi possono esordire con una tosse cronica, seguita da moderata-grave difficolta respiratoria, debolezza e a volte episodi di svenimento dopo l’esercizio o momenti di eccitazione. Successivamente, con l’instaurarsi dell’insufficienza cardiaca, si osservano versamento addominale, anoressia, perdita di peso e disidratazione. Il danno sui vasi sanguigni è in genere più grave nei soggetti sottoposti ad intenso sforzo fisico. La morte improvvisa è rara, solitamente avviene a seguito di insufficienza respiratoria e dimagrimento progressivo nei cani non trattati.
La maggior parte dei gatti rimane asintomatica per lungo tempo dopo l’infestazione inziale e può andare incontro a guarigione spontanea.

Come si diagnostica?

La filariosi cardiopolmonare del cane può essere diagnosticata tramite test su sangue. In caso di positività, altri esami sono necessari per stabilire la gravità della malattia e la scelta delle appropriate opzioni di trattamento.
I test vanno eseguiti ogni anno, nel periodo aprile-maggio, tranne nei cuccioli nati da novembre nel loro primo anno di vita.

Come si cura la filariosi?

Il trattamento viene fatto con due iniezioni di farmaco in muscolo, a distanza di 50-60 giorni. In questo periodo il cane andrà tenuto a riposo.

Come difendere il cane dalla filariosi?

La profilassi, eseguita con compressa mensile da maggio/giugno a novembre, ha lo scopo di evitare la crescita di eventuali microfilarie presenti nel circolo (le forme larvali). È utile associare a tale trattamento, una profilassi mensile con antipulci ad azione repellente per le zanzare, nello stesso periodo dell’anno.

Ricorda che esiste anche la leishmaniosi, che viene trasmessa dalla puntura dei flebotomi, spesso gli antipulci offrono repellenza sia per le zanzare che per i flebotomi.

BIBLIOGRAFIA

Sito ESCAAP:

Controllo delle malattie trasmesse da vettori nel cane e nel gatto

Agopuntura per animali

In questo articolo vogliamo parlarvi di questa tecnica terapeutica, usata ormai da secoli in Medicina umana e da diverso tempo applicata anche in campo Veterinario. L’agopuntura per animali ha moltissime applicazioni e offre importanti risultati.

Evidenze scientifiche

Da diversi anni l’OMS (Organizzazione Mondiale della sanità) dopo numerosi studi controllati, ha pubblicato le indicazioni terapeutiche in cui è stata riscontrata una validità scientifica per questa antica pratica. Ciò significa che diversi studiosi hanno valutato gli effetti dell’agopuntura, su molti pazienti e per diverse patologie, e hanno riscontrato notevoli benefici.

Le applicazioni dell’agopuntura

L’agopuntura può considerarsi una valida alternativa  ai  trattamenti farmacologici antidolorifici e antinfiammatori, come scelta primaria  in pazienti molto anziani non in grado di tollerare i farmaci comunemente utilizzati o in associazione ad essi per ridurre al minimo le somministrazioni e i dosaggi.

La storia e i metodi

Le prime testimonianze dell’utilizzo dell’agopuntura in Cina risalgono al V millennio a.C.. Questa antica pratica si basa sull’infissione di aghi in acciaio molto sottili in punti specifici detti agopunti localizzati sulla superficie del corpo.

La medicina orientale, che non comprende solo l’agopuntura ma diverse tecniche diagnostiche e terapeutiche, mira a curare il soggetto nel suo insieme e non le singole malattie, in modo isolato. Secondo la medicina tradizionale cinese gli agopunti si distribuiscono lungo dei canali, i meridiani, che percorrono tutta la superficie e l’interno del corpo, trasportando l’energia, il Qi. L’energia vitale fluirebbe lungo una rete di canali, chiamati ‘meridiani’ e quindi, ogni patologia sarebbe riconducibile ad un blocco della circolazione energetica dovuto a un deficit o accumulo di energia. Infiggendo gli aghi, l’agopuntore riequilibra il flusso energetico che, se non scorre adeguatamente, genera i sintomi della malattia.
L’inserimento di piccoli aghi in punti specifici aiuta a riequilibrare le forze vitali e a riportare l’organismo alla sua funzionalità ottimale. L’agoinfissione è ben tollerata dalla maggior parte dei soggetti.

Ogni punto di agopuntura, quando stimolato, produce uno specifico effetto terapeutico grazie alla produzione di endorfine, ma è anche mediato dall’attivazione di una corrispondente area a livello del sistema nervoso centrale.

Agli aghi, una volta infissi, può essere applicato uno stimolatore elettrico a bassa intensità (elettroagopuntura) o un generatore di calore (moxibustione) in base alla patologia da trattare.

Prenota il nostro servizio di agopuntura per animali con la Dottoressa Paola Ricossa.

 

Conigli e roditori da compagnia

I conigli ed i piccoli roditori sono tra i più comuni animali da compagnia dopo cane e gatto. Sono ottimi compagni di vita: affettuosi, curiosi, interattivi. Bisogna però ricordarsi di scegliere sempre un tipo di animale adatto ai propri spazi di casa e ai propri ritmi di vita. Qui vi diamo una piccola guida per prendere la decisione giusta.

Il coniglio

Il più popolare tra gli animali non convenzionali è senza dubbio il coniglio. La prima cosa da tenere in considerazione se si vuole adottare un coniglio è lo spazio da lasciargli a disposizione. I conigli devono vivere in un ambiente ampio, una stanza o preferibilmente l’intera casa. Chiaramente non devono esserci anfratti dove possano incastrarsi e farsi male oppure cavi scoperti che possano rosicchiare. Sono animali sociali quindi occorre dedicare loro attenzioni quotidianamente.

Le cavie e i cincillà

Entrambi questi roditori possono in parte essere paragonati al coniglio come socialità, perché amano il contatto con i loro simili e con i proprietari. Anche loro, preferibilmente, possono vivere in una stanza a loro dedicata; tenerli liberi in casa invece può essere rischioso perché, anche a causa delle dimensioni più ridotte rispetto ai conigli, sono più soggetti a incidenti domestici. Può essere ideale per le cavie costruire un recinto all’interno del quale possano muoversi in sicurezza e per il cincillà costruire una gabbia anche a sviluppo verticale.

I criceti, i gerbilli e i topi

Questi sono animali di più facile gestione, ma non per questo meno affettuosi e divertenti. Rispetto agli altri roditori, devono vivere in un box di dimensioni sufficienti in base alla taglia e al numero di animali (attenzione alle aggressioni a causa della territorialità). Interagiscono volentieri con i proprietari, ma se hanno a disposizione un ambiente ben attrezzato con giochi e nascondigli a disposizione, l’interazione può essere più limitata senza incorrere in uno stato di malessere dell’animale.

I ratti

I ratti sono ottimi animali da compagnia, affettuosi, intelligenti, docili. Anch’essi vivono in box a loro dedicati ma a differenza di criceti, topi e gerbilli necessitano di un’interazione quotidiana con il proprietario. Amano anche i giochi di attivazione mentale e sono molto dolci con i proprietari.

Di quali cure necessitano

La scelta di un coniglio o di un roditore come animale da compagnia dovrebbe sempre essere preceduta da una buona conoscenza sulle loro esigenze. In caso di dubbi è consigliabile rivolgersi ad un professionista specializzato che sappia guidare e consigliare nella scelta, come la nostra Dottoressa Chiara Trucco che ha conseguito la certificazione GPCert ExAP.

Consigliamo sempre di seguire i seguenti passaggi:

  • Richiedere un primo consulto in teleassistenza per informarsi sulla specie che si desidera adottare
  • Attrezzare la casa per accogliere il nuovo arrivato
  • Cercare allevatori e venditori di fiducia
  • Introdurre l’animale in famiglia
  • Portare l’animale per una prima visita che comprenderà una valutazione clinica ma soprattutto un dettagliato colloquio sui bisogni fisici ed etologici da rispettare

 

La nostra visita veterinaria a domicilio

Ogni Veterinario ha il suo metodo, ecco come si svolge la nostra visita veterinaria a domicilio e quali accortezze mettere in atto per accoglierci a casa tua. Se non lo avessi già fatto ti invitiamo a visionare il nostro precedente articolo blog su vantaggi, svantaggi delle visite domiciliari e per quali pazienti possono essere utili.

In cosa consiste la visita a domicilio

La visita a domicilio si svolge con gli stessi strumenti di una visita ambulatoriale. Il primo passo consiste nel raccogliere tutte le informazioni dal proprietario, osservare e prendere confidenza con l’animale. Durante l’osservazione il Medico Veterinario prenderà nota su postura, andatura, atteggiamenti o comportamenti particolari. Successivamente il cane o il gatto verrà valutato dalla testa alla coda. Si osserva il colore delle mucose e la cavità orale, con l’otoscopio si esaminano le orecchie, vengono palpati i linfonodi esplorabili, viene valutato lo stato del mantello e della cute, viene auscultato il torace, palpato l’addome, ispezionate le mammelle e la regione perineale e viene presa la temperatura. Se il caso lo necessità è possibile svolgere un esame dell’occhio con oftalmoscopio o altre procedure diagnostiche come un’ispezione rettale o piccoli test manuali o strumentali eseguibili a domicilio.

Al termine della visita il Veterinario proporrà eventuali procedure da eseguire che potrebbero prevedere un prelievo di sangue o il trasporto dell’animale in Ambulatorio per accertamenti (radiografie, ecografie, ecc.) , per terapie (ad esempio fluidoterapia endovenosa) o per interventi (ad esempio sedazioni per corpi estranei).

La visita potrebbe anche rivelarsi autoconclusiva , in questo caso verranno impostate terapie o cambi gestionali/dietetici per risolvere la problematica. Il Veterinario potrebbe proporre un controllo durante o a termine della terapia che in alcuni casi può essere svolto in modalità di telemedicina.

Come prepararsi all’arrivo del Veterinario

Nelle visite domiciliari è fondamentale la collaborazione del proprietario per facilitare il lavoro del Medico Veterinario. Ecco come prepararsi al meglio.

Cosa fare nella vita di tutti i giorni

Per prima cosa è possibile abituare il cane o il gatto alla visita veterinaria. Occasionalmente si può ricreare una situazione simile a casa e svolgere delle piccole manualità. Prendere un telo mare e metterlo per terra. Invitare l’animale a salire sul telo, toccarlo dolcemente dal muso alla coda, sollevare e manipolare delicatamente le guance, i padiglioni auricolari, le zampe e la coda. Ogni passaggio dovrà essere graduale e gradito dall’animale, non forzare la mano. Puoi anche utilizzare dei premietti golosi dopo i vari passaggi

Prenotare la visita a domicilio per telefono

Per decidere al meglio se visitare l’animale a casa o in ambulatorio è necessario fornire al Veterinario le seguenti informazioni:

  • l’animale è mai stato visitato prima
  • quali sintomi presenta l’animale e da quanto tempo
  • come l’animale accoglie le persone estranee a casa
  • chi sarà presente al momento della visita
  • tutte le indicazioni necessarie per raggiungere il tuo domicilio

Al termine della telefonata il nostro staff ti fornirà le informazioni per l’appuntamento (data, orario, modalità di gestione dell’animale).

Cosa fare prima dell’arrivo del Veterinario

  • Portare l’animale in un luogo adeguato e possibilmente chiuso dove poter svolgere la visita nelle condizioni migliori. Deve essere un posto con una temperatura adeguata, non esposto al sole in estate, dove l’animale non possa trovare posti in cui nascondersi e da cui non sia possibile tirarlo fuori
  • Tenere a portata tutta la documentazione dell’animale: libretto sanitario e referti di esami precedenti
  • Avere una foto sul telefono del cibo con cui si alimenta l’animale compreso di etichettatura (composizione, componenti analitici)
  • Stendere a terra il telo mare su cui è stato abituato l’animale
  • Avere sotto mano eventuali strumenti di contenimento come pettorine, guinzagli, museruola

Cosa fare durante la visita

  • Presenta il Veterinario all’animale e accogli il collega in casa
  • Mantieni la calma per trasmettere serenità all’animale
  • Aiuta il Veterinario nel contenimento dell’animale o in eventuali altre manualità
  • Fornisci il maggior numero di informazioni, anche sensazioni “a pelle”. Sottolinea se è successo o hai osservato qualcosa fuori dall’ordinario (ad esempio se il cane si è mangiato un osso il giorno prima)

 

Per qualsiasi dubbio o per prenotare una visita a domicilio contattaci.

Visita veterinaria a domicilio

La visita veterinaria a domicilio è sicuramente una prestazione comoda per il proprietario e per l’animale che non devono spostarsi da casa. Attenzione però perché questa formula ha sicuramenti dei vantaggi ma anche dei limiti. Vediamo insieme quali sono e quale tipologia di pazienti possono beneficiare di questo servizio.

Vantaggi della visita veterinaria a domicilio

Senza dubbio la visita a domicilio offre diversi benefici:

  • il proprietario non deve spostarsi verso la struttura Veterinaria
  • l’animale non deve subire lo stress legato al trasporto e al cambio di ambiente
  • l’animale potrebbe sopportare con più facilità la visita perché si svolge all’interno della sua zona comfort
  • la diminuzione degli stati di ansia riduce le possibili forme di aggressività del paziente
  • l’animale potrebbe manifestare più facilmente i sintomi descritti dal proprietario, legati ad esempio a stati di dolore
  • evitare il trasporto in particolari condizioni climatiche (caldo eccessivo) per animali che ne soffrirebbero
  • il veterinario ha la possibilità di valutare eventuali rischi provenienti dall’ambiente domestico con più facilità

Si tratta quindi di vantaggi legati perlopiù allo stato emotivo dell’animale e della sua famiglia.

Svantaggi della visita veterinaria a domicilio

E’ importante sottolineare che la visita veterinaria a domicilio presenta dei limiti:

  • il veterinario non ha a disposizione tutti gli strumenti presenti in clinica, spesso si può rendere necessario il trasporto dell’animale in struttura
  • capita spesso che l’animale sfugga alla visita nascondendosi nell’ambiente (è necessario prepararsi adeguatamente all’arrivo del Veterinario)
  • alcuni pazienti, rinfrancati dalla sicurezza della loro casa, possono manifestare maggiore riluttanza alla visita anche con comportamenti avversativi
  • in ultimo la visita a domicilio comporta dei costi maggiori per il proprietario legati alla trasferta del Medico Veterinario

I limiti della visita a domicilio sono quindi tali da poter rendere la visita stessa inefficace.

Quali pazienti possono beneficiare della visita veterinaria a domicilio

Esistono alcune categorie di pazienti che possono trarre un vantaggio dalla visita domiciliare, lasciando sempre aperta l’opzione di un trasporto in struttura nel caso in cui servissero indagini più approfondite o ricoveri:

  • pazienti anziani in cui ridurre gli stress al minimo risulta molto importante
  • cuccioli o gattini particolarmente piccoli (a meno che non si tratti di situazioni di emergenza che possano richiedere un ricovero immediato)
  • pazienti che richiedono profilassi vaccinale di routine
  • pazienti con patologie croniche per i controlli di routine
  • pazienti il cui trasporto risulta difficoltoso, eccessivamente stressante o impossibile per i proprietari
  • pazienti che non tollerano l’ambiente ambulatoriale

Altri pazienti invece devono essere sempre portati in struttura:

  • animali che a casa manifestano comportamenti aggressivi e possono richiedere la sedazione per la visita
  • animali che devono svolgere analisi particolari in struttura
  • animali che presentano problematiche importanti (sarà il Medico Veterinario a valutare la situazione)

In conclusione

La visita veterinaria a domicilio può essere utile, se non necessaria, in alcuni casi. La scelta va concertata tra Medico Veterinario e proprietario avendo come obiettivo primario quello di garantire l’utilità della prestazione per il benessere psico-fisico dell’animale.

 

Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti o hai bisogno di richiedere una visita a domicilio contattaci.

Parassiti esterni, come proteggere cane e gatto

Pulci, zecche, parassiti…chi sono e come proteggere cane e gatto?

Rispondiamo ad alcune delle domande più comuni sui parassiti esterni e su come proteggere cane e gatto da questi fastidiosi ospiti.

  1.  PULCI, ZECCHE E PARASSITI ESTERNI

    Esistono diversi parassiti esterni che possono affliggere i nostri animali e da cui è necessario proteggerli. Ci sono le pulci, insetti di 1-4 mm che possono fare lunghi salti; si nutrono del sangue di cani e gatti e possono infestare la casa. Ci sono le zecche, lunghe 1-3 mm fino a 1 cm dopo il pasto, si nutrono di sangue. E ci sono le zanzare e i pappataci (o flebotomi) insetti che succhiano il sangue e diffondono germi e malattie.
  2.  QUANDO SONO ATTIVI? 

    Ci sono parassiti presenti tutto l’anno come le pulci. E altri presenti dalla fine dell’inverno a fine autunno come le zecche. Zanzare e flebotomi sono invece attivi da aprile ad ottobre, soprattutto nelle ore serali/notturne. 
  3.  DOVE SI TROVANO? 

    Questi parassiti sono ormai presenti in tutta Italia. Anche i flebotomi, a causa del cambiamento climatico, hanno colonizzato varie aree del Nord Italia
  4. COME MAI SONO PERICOLOSI?

     Vediamo quali sono i principali problemi causati dai vari parassiti. Le pulci: infiammazione e prurito, dermatite allergica negli animali sensibili, trasmissione di vermi intestinali e batteri, nelle infestazioni gravi possono dare anemia e abbattimento. Le zecche: infiammazione locale, anemia nelle infestazioni gravi, trasmissione di malattie pericolose (Ehrlichiosi, Babesiosi, Anaplasmosi, Borreliosi, ecc.). Le zanzare: prurito, reazioni allergiche negli animali sensibili, trasmissione di malattie (in particolare la filariosi). I flebotomi: prurito, reazioni allergiche negli animali sensibili, trasmissione della leishmaniosi (leggi il nostro articolo sulla leishmaniosi).
  5.  COME PROTEGGERE IL PROPRIO ANIMALE?

    Onde evitare i danni dovuti a questi parassiti, è importante effettuare dei trattamenti preventivi. Questi trattamenti preventivi consistono nell’applicazione di antiparassitari. Il trattamento deve essere continuativo per tutto l’anno. Gli antiparassitari esistono in diverse forme, alcuni sono di libera vendita, altri devono essere ricettati. Non tutti sono uguali, alcuni sono repellenti (tengono lontano il parassita) mentre altri sono parassiticidi (eliminano il parassita quando questo entra in contatto con l’animale). Di solito le formulazioni spot-on o in collare hanno sia un effetto repellente che parassiticida; i collari hanno spesso una durata superiore. Per queste tipologie di antiparassitario è consigliabile non lavare l’animale nei 3 giorni precedenti e successivi all’applicazione. Infatti questi prodotti si distribuiscono nello strato lipidico della cute, che viene “danneggiato” dal bagnetto col sapone. Esistono poi antiparassitari in compressa che agiscono solo dopo che il parassita punge l’animale. In questo caso va fatta attenzione alle tempistiche con cui agiscono, l’ideale è che uccidano il parassita prima che possa trasmettere malattie. I prodotti spray hanno spesso una durata breve ma a volte sono gli unici applicabili sui cuccioli di pochi giorni e di peso inferiore al kg. Per scegliere il prodotto giusto rivolgiti al tuo Medico Veterinario.
  6. ANCHE I GATTI CHE NON ESCONO VANNO TRATTATI?

    Il consiglio è di trattare anche loro con un antiparassitario. Tu stesso e/o eventuali cani conviventi, ad esempio, potete portare in casa le pulci
  7. CI SONO PRECAUZIONI PER IL LORO UTILIZZO?

    Sì, ti diamo alcuni raccomandazioni. Numero 1: non applicare antipulci per cani ai gatti, i felini possono rimanere intossicati dai piretroidi contenuti nei prodotti per cani! Numero 2: prima di applicare un antipulci leggi il foglietto illustrativo e verifica che il tuo animale abbia peso ed età giusti! Numero 3: alcuni animali possono manifestare reazioni avverse all’antiparassitario (prurito, arrossamento, gonfiore, vomito, ecc.), in questo caso contatta immediatamente il veterinario!

Aiuto, il mio cane è stato punto

Aiuto il mio cane è stato punto! Ecco come comportarsi per le punture di api e vespe

La primavera è alle porte! Con la bella stagione sono sempre più presenti i parassiti esterni e iniziano a comparire api e vespe. Questi piccoli insetti, se disturbati, possono pungere il cane. Questo breve articolo ha lo scopo di dare delle prime indicazioni su come comportarsi quando il cane viene punto da un insetto.

Dove viene più facilmente punto il cane?

I cani vengono frequentemente punti sul muso. Spesso infatti mettono il muso in cespugli o nell’erba disturbando api e vespe.

Ci sono differenze tra api e vespe?

Sì. Il pungiglione delle api è acuminato e seghettato. Quando l’ape punge il pungiglione rimane conficcato e l’ape muore

La vespa invece ha un pungiglione liscio che di solito causa più dolore Inoltre la vespa non muore dopo aver punto e se provocata può pungere più volte.

Quali sintomi può provocare nel cane?

Di solito i sintomi solo limitati alla zona interessata. Essi sono: gonfiore, rossore, dolore circoscritti alla puntura e alla zona subito attorno ad essa. Il cane potrebbe lamentarsi in maniera importante con guaiti e leccandosi o mordendosi la parte anche in questi casi; molto dipende dalla sensibilità del singolo individuo al dolore.

In alcuni cani possono manifestare reazioni allergiche. In questo caso si possono manifestare difficoltà respiratorie, gonfiore che si espande a intere parti del corpo, stanchezza.

Complicazioni possono manifestarsi, per punture multiple di api o vespe, anche in cani non allergici.

Come comportarsi?

E’ importante sapere come comportarsi quando il cane viene punto da un insetto. In caso di punture multiple o in presenza di sintomi da reazione allergica portare immediatamente l’animale dal più vicino veterinario

Negli altri casi, se presente, si può rimuovere il pungiglione Per farlo è necessario raschiarlo via con le unghie o un pezzo di carta rigida. Evita di usare pinzette o forbicine per rimuoverlo perchè potrebbe fuoriuscire ulteriore veleno dal pungiglione.

Sulla puntura è possibile applicare una soluzione di acqua e bicarbonato per ridurre il dolore. Inoltre, sempre per ridurre dolore e gonfiore, applicare del ghiaccio (applicato per 15 minuti con pause di 30 minuti circa). Monitorare l’animale per verificare l’assenza di sintomi allergici. Se il gonfiore persiste per più giorni dopo la puntura, contattare un Medico Veterinario.

Ultime raccomandazioni

Ricordati che per questa, come per tutte le problematiche sanitarie, è importante che tu mantenga la calma. Se il cane, già molto spaventato e con dolore, ti vede preoccupato e andare nel panico, aumenterà sicuramente il suo stato di ansia. 

Molto meglio è sdrammatizzare, esattamente come faresti con un bambino che cade per terra. Fai capire che sei li per aiutarlo e trasmetti serenità. Procedi con le manovre consigliate e torna tranquillamente verso casa. 

Il mio gatto urina fuori dalla lettiera

Perchè il mio gatto fa la pipì sul pavimento? Perchè urina fuori dalla lettiera?

Può accadere che il gatto faccia pipì fuori dalla lettiera, sul pavimento o altre superfici. 

Può essere un problema presente fin da subito o un problema che compare improvvisamente. 

Se ti stai chiedendo: “Perchè il mio gatto gatto urina fuori dalla lettiera?”, sappi che c’è sicuramente una causa o fisica o comportamentale alla base.

Per scoprire quale sia la causa della problematica, è necessario iniziare con una visita dal veterinario per indagare il suo stato di salute tramite una visita e altri esami diagnostici (esame delle urine, esami del sangue, ecografie, ecc.). Diverse patologie possono manifestarsi con le cosiddette minzioni in luogo inappropriato. 

Le condizioni più frequenti sono:

– cistiti (infiammazioni vescicali)

– cristalluria (presenza di aggregati minerali nell’urina)

– dolori ortopedici o di altro tipo che rendono difficile e penoso per il gatto entrare nella lettiera.

Se la visita e gli esami escludono problematiche fisiche, o viene riconosciuta una cistite idiopatica/da stress, bisogna indagare l’aspetto comportamentale.

Questa indagine prevede una valutazione a tutto tondo dello stato di salute mentale del gatto. Molto spesso, infatti, ci sono condizioni di vita che creano disagio nel gatto. Questo disagio viene espresso attraverso la minzione inappropriata. 

Situazioni comuni che possono essere stressanti per il tuo felino sono:

-convivenza difficile con altri gatti

-traslochi

-cambi nella routine o nella composizione del gruppo familiare

-cambiamenti ambientali (es. introduzione di nuovi mobili)

-cambiamenti della tipologia di sabbietta/lettiera o nel posizionamento della stessa

-problemi relazionali con la famiglia

Per comprendere l’origine del problema, è necessaria la consulenza di un Medico Veterinario esperto in comportamento animale. Questa figura dopo la visita emetterà una diagnosi e imposterà un protocollo terapeutico.

È importante non sottovalutare il problema e intervenire tempestivamente per garantire il benessere del gatto. Se anche tu hai questo problema chiedici aiuto! Nel nostro ambulatorio, grazie alle competenze del nostro staff, abbiamo una visione a 360° della salute fisica e mentale del tuo animale.

Aiuto il mio cane ha le convulsioni

Con questo breve articolo vogliamo darti le prime indicazioni per sapere cosa sono le convulsioni, cosa fare e non fare quando il cane ha le convulsioni e quando preoccuparti

1. Che cosa è una crisi epilettica

I neuroni del cervello sviluppano un’attività eccessiva, disordinata, afinalistica. Spesso la crisi è autolimitante e può avere un’enorme varietà di manifestazioni cliniche dipendenti dalla estensione e dalla localizzazione dell’area cerebrale coinvolta.

2. Tipi di crisi epilettica

Una crisi può essere focale, parziale o totale. Spesso le prime due non vengono riconosciute. La terza invece è molto manifesta e il proprietario la riconosce facilmente. Esistono anche le crisi cosiddette a grappolo, sono crisi convulsive che si ripetono nell’arco di 1-24 ore.

3. Cosa fa il cane durante la crisi

Il cane ha contrazioni della muscolatura, perde la stazione, fa movimenti di pedalamento, dilata le pupille, può perdere coscienza, ha la mandibola serrata, possibile scialorrea e perdita di urine e feci.

4. Cause di crisi epilettica

Le cause possono essere varie: accumulo di tossine, disturbi metabolici, ipossia, ipertermia, intossicazioni (ad es.: teobromina, caffeina, organofosfati, piombo, stricnina), parassiti intestinali, malformazioni del cervello, tumori cerebrali, encefaliti e traumi. Esiste anche una forma comune che si chiama epilessia idiopatica (non si conosce la causa).

5. Cosa NON FARE

Quando il proprio cane ha una crisi non bisogna agitarsi, non urlare, non scrollarlo e prenderlo in braccio, non cercare di aprire la bocca per prendere la lingua.

6. Cosa FARE

Ricordatevi che le crisi iniziano e finiscono da sole quasi sempre. Il cane va lasciato tranquillo a meno che la crisi non stia durando più di 3 minuti e se ne ripetano più di una nell’arco di un’ora.

Cosa fare: mantenere la calma, non toccate o parlate al cane, evitate di fare rumore. Se il cane è su una superficie elevata, mettetelo a terra per evitare che cada. Togliete oggetti contro cui può sbattere involontariamente. Tenete le vostre mani lontane dalla sua bocca. Se ci sono altri animali nella stanza portateli da un’altra parte (potrebbero manifestare preoccupazione o aggressività). Guardate l’orologio per vedere inizio e fine della crisi. Fate un video che servirà poi al veterinario. 

Chiamate il veterinario quando la crisi finisce.

Le crisi convulsive sono un emergenza solo se durano più di 3 minuti o se si verificano crisi a grappolo. In tutti gli altri casi puoi prenotare una visita programmata senza correre in pronto soccorso.

Come pulire le orecchie del cane

Pulire le orecchie al cane

Molti proprietari ci chiedono come si puliscono le orecchie del cane. Facciamo un passo indietro.

Siamo veramente sicuri che sia necessario pulire le orecchie al cane?

La risposta è NO. O meglio, un orecchio sano non ha bisogno di essere pulito. II cerume viene prodotto nelle giuste quantità e viene naturalmente eliminato verso I’esterno.

II mio cane ha il pelo all’interno dell’orecchio, può essere un problema?

Alcuni cani presentano del pelo che cresce dall’interno del condotto uditivo, secondo la nostra esperienza è meglio non praticare la toelettatura senza aver prima ricevuto l‘indicazione del veterinario. L’atto di strappare il pelo può infatti traumatizzare l’orecchio, causando otiti.

Quello che puoi fare in autonomia è pulire la pinna auricolare (ovvero la parte esterna e mobile dell’orecchio), nel caso questa si mostrasse particolarmente unta o ci fossero accumuli di sporco. Con un dischetto di cotone e una piccola quantità di prodotto apposito, puoi pulire questa parte, senza toccare il condotto uditivo e senza far colare il prodotto all’interno.

Solo in caso di otite e sotto prescrizione del veterinario sarà necessario applicare dei prodotti all’interno dell’orecchio.

Il tuo compito è quello di valutare eventuali sintomi di otite:

  • Pelo intorno alle orecchie particolarmente unto
  • Cane che si gratta
  • Cane che si scrolla frequentemente la testa
  • Cane che manifesta dolore o fastidio quando viene toccato sulla testa e sulle orecchie
  • Scoli che fuoriescono dall’orecchio
  • Odori cattivi che arrivano dalle orecchie

In tutti questi casi porta il tuo cane dal veterinario per una visita! Se hai bisogno puoi prenotare una visita presso il nostro ambulatorio in autonomia.